Andrea Pronto Arte Contemporanea

La ricchezza della ricerca formale di Giuliano Dal Molin trae origine dallo svelamento delle potenzialità espressive della materia nella forma pura. Il colore coincide con la materia plasmata sicchè la superficie pittorica appare come manifestazione stessa della forma, come l’anima della forma astratta che traspare dal corpo plastico e si lascia esplorare dalla luce. Colore e luce comunicano grazie alla forma rendendola diversa con il passare delle ore. Il conflitto tra scultura e pittura è sempre acceso e con esso il confine tra superficie pittorica e forma plastica si confonde, tanto che all’occhio prevale a volte l’una all’altra in una tensione irrisolvibile quanto affascinante. Così una visione ravvicinata delle sculture rivela i valori di superficie costituiti da quei colori e da quelle polveri che conferiscono corpo al pigmento e sono stesi in modo tale che il rosso sembra emanare un riflesso arancione o verde ed il viola ha un respiro giallino. Una visione allargata delle opere invece annulla quasi il valore pittorico esaltando quello plastico che riveste significati diversi in diversi spazi. Tanto nelle forme totemiche appoggiate al muro come ponti o trampolini verso un’altra dimensione, quanto in quelle raccolte come coaguli di tempo, l’attuale ricerca di Giuliano Dal Molin sembra toccare il culmine di uno studio formale dove il razionale operare artistico si fonde e si confonde con l’espressione di energie latenti nella materia e nello spazio, di emozioni cromatiche luminose. La sua è un’indagine intorno alla scansione spaziale, al ritmo che articola la parete e la sottomette facendo dello spazio dell’arte materia plastica e mutevole: l’opera di Giuliano Dal Molin non prende posto nello spazio, ma lo tratta secondo i suoi bisogni, lo definisce e lo crea con la complicità della luce. Queste sculture quindi non vanno semplicemente guardate, ma vanno osservate e scoperte,  perché dietro l’apparente pulizia formale si celano aspetti e significati che chiedono all’osservatore di essere afferrati con gli strumenti dell’immaginazione e della sensibilità estetica.