Il segno e il paesaggio, utopia della scrittura

a cura di Paolo Donini e Armando Bertollo

16 tra artisti e poeti, dei quali 11 veneti,
offrono una lettura inedita e sorprendente del paesaggio come traccia
antropologica attraverso i linguaggi dell’arte e della letteratura.
La mostra è un’esperienza di messa in scena del segno inteso nelle sue
varie manifestazioni percepibili (dalla pittura alla fotografia, dal disegno
alla scrittura, dal suono alla scultura, dall’installazione al video), tramite un
allestimento in cui le opere, pur occupando uno spazio proprio, vengono
lette in relazione tra loro.
Lo spazio espositivo diventa un paesaggio abitato e organizzato dalla
varietà dei segni e ambienti del pensiero attraverso i quali il visitatore viene
indotto a sua volta a compiere un’esperienza ad un tempo intellettuale e
percettiva.
Particolarmente significativo è l’intervallo di spazio che suggerisce le relazioni
tra un’opera a l’altra, quasi a rappresentare un polmone della mente dove
opere e pubblico possano coordinarsi in una profondità di respiro che può
a sua volta trasformarsi, superato il pericolo dell’ horror vacui, in vertigine
terapeutica: l’arte e la scrittura si fanno sottilmente corpo, percorso
collettivo ed ecologico tra molteplici esempi di libertà del pensiero.