Il segno come forma e colore

a cura di Paola Gennari – Paolo Tosti

L’arte di Giuliano Dal Molin è un’arte spirituale, le sue opere sono una rappresentazione concreta del suo essere, convivono in lui più anime: quella mistica, quella silenziosa e quella meditativa. Fin dal principio il suo lavoro è stato di fattura artigianale, dotato di capacità creativa e generativa, modella la materia, il legno, con le proprie mani, per trasformarla in un elaborato dalle forme primarie ed essenziali. La sua fonte d’ispirazione è se stesso, il suo essere uomo arcaico, primitivo nella purezza e nella gestualità, privo di orpelli, convenzioni e stili, segue semplicemente il proprio istinto accompagnato da una fedele solitudine. Dal Molin lavora essenzialmente quattro elementi fondamentali: luce, ombra, forma e colore. In lui convivono due personalità diametralmente opposte: quella che predilige il bianco, come principio di annullamento e quella che predilige il colore monocromatico, steso sapientemente senza sfumature, come sintesi spirituale estrema di accostamenti, di contrasti, di silenzi, per arrivare allo stadio superiore di purificazione. Dal Molin possiede una grande padronanza del colore: si ispira alle colorazioni dei grandi maestri del passato come Giotto, Beato Angelico, Piero della Francesca, interpretando personalmente infinite cromie equilibrate, sempre diverse e contemporanee, mescolando tinture naturali di colore puro in polvere, con acrilici e pigmenti. Usa la pittura monocromatica come superamento dell’oggetto-quadro, come spazio assoluto, dove immergersi, dove meditare e dove perdersi. Nelle sue opere lo spazio-tempo supera l’immateriale. La sua è un’arte immanente. Le opere di Dal Molin sono il risultato di una sintesi formale assoluta che vuole arrivare all’essenza primigenia, togliendo ogni tipo di elemento superfluo, perché vuole e cerca costantemente la forma pura, che gli permette di arrivare all’aura della composizione artistica. Linee curve e sinuose convivono in simbiosi con quelle rette e geometriche: il rapporto fra cielo e terra è presente in tutta la sua arte. Nega ogni riferimento alla presenza fisica degli oggetti nel mondo materiale per privilegiare la curva, sinuosa e morbida, presente nella natura e la linea retta, geometrica e angolare presente nel cielo. Le sue opere non sono quadri, né scultura, né bassorilievi, ma sono dei veri propri segni distintivi che, una volta collocate nello spazio, interagiscono con l’ambiente circostante, dialogando con le cose che gli stanno intorno diventando parte integrante di esso. Gli effetti del passaggio della luce nelle sue opere, durante l’intero arco della giornata, è anch’esso oggetto di studio profondo per l’artista. I suoi lavori sono in continua metamorfosi, non sono mai uguali: plasmando i vuoti nei pieni, crea forme di luce e ombre, trasformando l’opera in una emozione lirica e poetica. Il suo tratto artistico gli è proprio, unico e irripetibile, si distingue per la sua estrema semplicità e sensibilità, l’astrazione che ne deriva è di tipo animico, quindi dell’anima e dello spirito.

Il segno come forma e colore, Fano

 

Il segno come forma e colore, Fano

 

 

Il segno come forma e colore, Fano

 

Il segno come forma e colore, Fano