Testo per personale presso la Galleria LA POLENA Genova e Galleria LA GIARINA Verona

….. partito da strutture elementari, impreziosite in superficie dalla qualità materica di polveri e metalli, con un’intrinseca vocazione plastica, Dal Molin ha poi avviato un processo “depurazione” sotto lo stimolo di un generale raffreddamento verificatosi sotto i cieli dell’arte. I metalli sono scomparsi, salvo che nell’iridescenza epidermica, sorpassati da una concezione razionale della forma che tiene sotto controllo le sue espansioni i suoi inarcamenti sulla via dunque dell’oggettualità e che scandisce con geometrie cartesiane le sue superfici. Forme lignee che, gonfiandosi, nel respiro dell’onda, razionalizzano un moto organico, esprimendo nel contempo il desiderio di uscita dalla bidimensionalità del quadro, pur senza affrontare la libera dislocazione nello spazio. Fase intermedia tra pittura e scultura, come un tempo il “rilievo” pensato per aderire al muro. Dalle forme bombate ed ondulate, emblema concentrato di un’ascendenza arredamentale, Dal Molin è passato alla sequenza dei triangoli, ancora inarcati, l’uno diverso dall’altro (moltiplicazione sì, ma con lo scarto) deprivati della scacchiera cartesiana, in un ulteriore decanta mento formale. Lucide superfici, animate da trasparenze e velature di una materia cromatica che non demorde, nonostante l’avvertita necessità di contenimento. Perché l’ambivalenza di Dal Molin consiste proprio in questo: da un lato il rigoroso controllo formale, la riduzione categorica che insegue una purezza imposta dalla ragione (eco della razionalità che governa il mondo moderno) dall’altro l’irriducibile spessore di una cultura pittorica, di una “bellezza” intrinseca ad un fare arte che risale fino ai bagliori musivi di San Marco. E la sequenza di forme elementari, archetipiche, dimentiche di complessità ed articolazioni, si trasferisce sulla carta, assorbendo nei delicati e severi trapassi cromatici anche la qualità di una più vasta dimensione ambientale, paesistica, quella stessa che s’è fatta complice degli splendori veneti rinascimentali.